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domenica 22 settembre 2013

Rewind

Ho sempre pensato che a volte la vita è un po' come quando ascolti una canzone in una lingua che non conosci, ma te ne freghi. Ti piace il ritmo, la melodia, la voce di chi canta e ti lasci trascinare, incurante se quelle parole ti possano andare a genio o, nel migliore dei casi, adattarsi a te, alla te di quel preciso momento della vita, calzandoti come una seconda pelle. 

La vita è così, una canzone mai compresa fino in fondo, strofe e versi persi e mai acciuffati che però ti piacciono e continui ad ascoltare, perfino a cantare, perchè vuoi arrivare fino alla fine e magari spingere il tasto rewind per farlo ancora. E ancora.

Nella vita però, si sa, il tasto rewind non c'è. Non si torna indietro. Non c'è, il più delle volte, possibilità di recupero. 

E questo post sembrerebbe un "gemello diverso" del precedente, costruito a tavolino, ma così non è.
Non è perchè poche ore fa ho scoperto che non è più di questa terra un ragazzo di pochi anni più grande di me, che ho avuto modo di conoscere e frequentare in un periodo della mia vita importante. Quello in cui stavo per uscire dall'università e mi affacciavo nel mondo del lavoro.
Fu lui a farmi il primo colloquio della mia vita. Fu lui ad assumermi e a farmi "diventare grande".

E c'è sempre -almeno per ME c'è sempre- questa strana pausa quando apprendi che qualcuno non c'è più. C'è come un pudore nel sentirsi ancora qui, non comprendendo perchè è accaduto a lui e non a te. 
E quando penso che quel male è lo stesso che aveva preso me, che sono ancora qui oggi, quel pudore si trasforma in vergogna. Vergogna per tutte le volte che mi faccio le menate per cose sceme, quando mi sento triste perchè non giustamente valutata, quando l'idea che ho di me non corrisponde a quella che ho davanti allo specchio. E mille altre volte ancora.

Vergogna per esserci. Vergogna per vivere.

Della mia vergogna chi non c'è più non se fa nulla. Così anche chi rimane qui accanto a me. Ma della mia vita, ecco, quella a me importa, ed importa anche a chi la affronta con me. 
Ed allora ancora una volta, che so già che purtroppo non sarà l'ultima, voglio cantarmela tutta. A squarciagola.
Quindi alzo il volume e la dedico a te.

 

4 commenti:

  1. Che cosa triste. Mi dispiace... Ti abbraccio

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    1. Grazie.
      Fortunatamente (per me) era da tanto che non ci vedevamo, ma il pensiero che se ne sia andato così presto e così in fretta, fa male. Cavoli, se fa male.
      Un abbraccio a te, Maria Pia.

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  2. Fa male...eccome se fa male.
    A m dopo quasi due anni, non è mai passato quel dolore.

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    1. E purtroppo non faccio fatica a crederlo.
      Un abbraccio, Paolina.
      Grazie per il tuo commento.

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Non potendoci mettere la tua faccia, mettici almeno la tua firma. Grazie!


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