Oggi avevo pronto un post diverso.
Però ciò che ho scritto ieri ha suscitato reazioni e molti di voi mi hanno lasciato commenti, scritto privatamente, telefonato. Ovviamente, grazie.
Capita che un mio amico, tale C. ragazzetto assai geniale, pubblichi sulla sua bacheca FB l'estratto di un blog e che io ne sia rapita. Perchè mai mi sono ritrovata così tanto in parole scritte da un altro.
Le parole sono queste:
"Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella
vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che
la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un
mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato
però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo.
Ricominciammo a sperare, disperati.
Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo
eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli.
Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero
malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti.
Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli – per senso di
responsabilità – e crescemmo.
Così ci dissero, dall’alto dei loro
lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o
la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei
bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto
pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre.
Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un
lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli
irresponsabili”.
A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così
emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo,
lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un
giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti
si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non
avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che
rispondere:
“Andatevene affanculo!”.
Il blog è di Torto Og, il post si intitola "breve storia di una generazione".
A lui, il mio grazie per aver messo nero su bianco ciò che vado pensando da anni.
Concordo!! Mi piace il tuo blog, ti seguo!
RispondiEliminaMa grazie, Avon Torino!
RispondiEliminaNon sai che gioia saperti tra coloro che mi leggono!
Un forte abbraccio (vivi in una città che vorrei tanto visitare, sai?)