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mercoledì 17 dicembre 2014

A Parigi con i bambini - A conventional trip III parte


Parigi per me è  sempre stata la patria della Regina Maria Antonietta, della Reggia  con le stanze piene di broccati, specchi  a non finire, grandi lampadari e fregi d'oro come se piovesse;
E' stato quel luogo magico dove Lady Oscar si innamora di Andrè;
E' sempre stato quel posto dove i giardini sono splendidi ed i prati verdissimi, dove un ardente Danton ha dato inizio, tra sangue e teste mozzate, alla Rivoluzione, dove i cuori scalpitano e "le spade sono stridenti ed i cavalli al galoppo" (sò cretina lo so).

Dopo questo viaggio, Parigi per me è anche altro.
E' l'imparare a scoprire la bellezza che si svela anche dopo lunghe giornate di pioggia, quando vedi due ragazzi tenersi stretti sotto un improbabile ombrello e quando ti accorgi di quelle sedie verdi vicine, forse lasciate da due persone che non si sono volute perdere nemmeno un secondo insieme di fronte a tanto splendore. 





Parigi è stata il camminare per ore con delle scarpe ed un vestiario del tutto inappropriati alle temperature e degli ombrelli troppo piccoli per ripararci. 
E' stato arrivare al Louvre e dover spogliare il nano, completamente fradicio,  rivestirlo con t shirt e shorts acquistati nel souvenir shop, visitare il museo come se nulla fosse salvo ritrovarsi, alla fine del giro, come una vagabonda accampata nel parco con i vestiti ad asciugare (vedere per credere).



E piano piano che la scoprivo, questa città diveniva per me qualcosa di diverso.
Parigi è diventata le fermate della metropolitane più fighe che abbia mai visto, sì anche rispetto a quelle di Londra (e ho detto tutto);



 I ponti "osannati", pieni di storia e navigati ogni tre per due con tanto di spiaggia artificiale sui margini (inutile che vi dica tutte le volte che mi sono chiesta: ma perchè a Roma no?)



Le fontane ad ogni angolo con barchette colorate e bimbi così belli che sembravano usciti da una rivista;




Il girovagare in uno dei cimiteri più decantati, spacciandolo a tuo figlio come "la città degli zombie", e beccare una pioggia così battente da costringerti a trovare rifugio in una cripta abbandonata che manco i necrofili;




La miriade di gente che abbiamo trovato in ogni parte della città specie- come era prevedibile- nei luoghi di interesse turistico;




L'andare a cercare il famoso "mulino rosso" ed accorgerti che si trova in un quartiere che, forse perchè giorno, non ha proprio nulla di bello, anzi;


Il portare tuo figlio in un posto dove saresti sempre voluta andare anche tu e, nonostante il biglietto proibitivo, le lunghe file che ti impediscono di accedere alleattrazioni più appetitose, la pioggia che -anche qui- non ti molla un secondo, ti diverti e sai che quello che hai davanti, senza contare il freddo, la gente in impermeabile e le strade scivolose, è davvero uno spettacolo;



Parigi mi ha insegnato molto.
Non è stato un colpo di fulmine, non è un grande amore il nostro, ma devo dire che voglio bene a questa città.
E mi dispiace se forse da questa sorta di "reportage" vi aspettavate una sfilza di link a posti segreti e fighissimi, ma non è quello che la Ville Lumiere è stata per noi.
Per noi è stata l'occasione, ancora una volta, di testarci e di ritrovarci che forse, alla fine della fiera, è il massimo che si possa chiedere ad un viaggio in famiglia.


Non so se e quando tornerò qui, tra mansarde e cumignoli, ma so che se sapremo andare avanti lo sapremo fare anche grazie a quest'esperienza.

Merci, Paris.









3 commenti:

  1. Allora Merci a te cara raccontastorie strampalata... perchè io preferisco un racconto fatto con il cuore e sincero che tutto quell'elenco di posti fighissimi da vedere/cercare. Che poi se io a Parigi non ci vado cosa me ne faccio. Così invece ho ricordato emozioni che è molto più figo secondo me! E a proposito di figo.... vogliamo parlare di Andrè????
    Un abbraccione! Giorgia

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    Risposte
    1. Giorgia mia, grazie di cuore!!!
      Il nostro è stato una viaggio nella Parigi "convenzionale", appunto ma l'avventura è stata comunque straordinaria.
      E cmq Andrè credo possa definirsi un figo senza tempo!
      Un abbraccio a tutti voi!

      Sara

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  2. Sono stata a Parigi circa 10 anni fa, in vacanza-studio e me ne sono completamente innamorata... Ci tornerò prima o poi, sperando di convincere il marito che la snobba un pò!

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Non potendoci mettere la tua faccia, mettici almeno la tua firma. Grazie!


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